Prima di eseguire qualsiasi intervento di potatura, è necessario che sussistano determinate condizioni:
· venga eseguita una valutazione delle condizioni della pianta;
· vengano definiti chiari obiettivi di potatura;
· venga valutata la capacità della pianta di reagire alle ferite che verranno provocate dalla potatura;
· vengano considerati i potenziali conflitti con la tutela della biodiversità e la normativa in materia di tutela fitosanitaria.
L’obiettivo della potatura strutturale consiste in un intervento eseguito sulla struttura della chioma e la forma dell’albero e finalizzato a costituire e mantenerne una struttura idonea e stabile. Questo intervento non può modificare l’altezza della pianta o eseguire modifiche sostanziali della forma della chioma.
Una potatura strutturale può essere eseguita per:
· impostare un fusto libero dominante;
· sopprimere i getti secondari aventi crescita eccessiva;
· limitare il numero dei rami che sfregano tra loro senza sviluppare un rinforzo naturale;
· rimuovere/ridurre i rami danneggiati o degradati che risultino instabili;
· rimuovere/ridurre i rami colonizzati da malattie o parassiti;
· pervenire ad una buona distribuzione spaziale delle branche;
· gestire il legno morto.
La potatura laterale si rende necessaria nei seguenti casi.
· eliminare i conflitti con le strutture circostanti che non possano essere rimosse;
· migliorare la stabilità degli alberi;
· mantenimento dello spazio di rispetto stradale.
L’intervento è finalizzato alla riduzione delle porzioni laterali o inferiori della chioma, che non interviene nella parte superiore della chioma e non altera l’altezza dell’albero.
Tutti i tagli di potatura eseguiti dovrebbero avere la più piccola dimensione possibile in relazione al risultato da raggiungere. Inoltre, è necessario considerare la ricrescita della vegetazione quale reazione all’intervento. Di conseguenza, spesso le potature di riduzione laterale devono essere ripetute periodicamente, per gestire la ricrescita della pianta. Difatti, un eccessivo innalzamento della chioma può influenzare la stabilità della pianta oggetto di intervento, per il sollevamento del baricentro di chioma.
L’obiettivo della potatura di riduzione consiste nella riduzione della porzione superiore, apicale della chioma. Si tratta di un tipo di intervento di potatura poco comune, che dovrebbe essere sempre collegato ad una effettiva necessità di stabilizzare meccanicamente l’intero albero.
Nello specifico, l’obiettivo non è finalizzato alla riduzione delle dimensioni della pianta nel lungo periodo, bensì al mantenimento ad una altezza specifica attraverso l’esecuzione di interventi ripetuti.
Questo tipo di intervento spesso influisce irreversibilmente sull’architettura della chioma e sulla fisiologia dell’intero albero, per questo prima di eseguirlo, è sempre necessario prendere in considerazione possibili interventi alternativi finalizzati ad ottenere la stabilizzazione meccanica desiderata.
La nuova sagoma della porzione superiore della chioma dovrebbe rispettare la forma originaria della chioma dell’albero o del gruppo di alberi, tenendo conto dell’aerodinamica.
La potatura di riduzione in altezza deve sempre far parte di un piano di gestione a lungo termine della pianta oggetto di intervento. Dopo aver effettuato una potatura di riduzione in altezza, un’ispezione entro 3-5 anni dovrebbe stabilire:
· se gli obiettivi di stabilizzazione auspicati sono stati raggiunti;
· come l’albero ha reagito e qual è la dinamica di ricrescita dell’albero;
· la presenza ed entità di regressioni di chioma e necrosi corticali.
Sulla base di questo monitoraggio, le fasi successive del piano di gestione dell’albero potranno essere confermate o modificate. Inoltre, il livello di abbassamento necessario è definito in metri di riduzione dell’altezza, in relazione all’altezza inizialmente misurata.
Se il livello di abbassamento può essere ridotto mediante interventi di stabilizzazione ulteriore della chioma con altri mezzi, è consigliabile prendere in considerazione una combinazione di queste misure di stabilizzazione.
Non è consigliabile combinare un intervento di abbassamento della chioma con la rimozione simultanea di branche situate nella porzione inferiore della chioma stessa.
La potatura in forma obbligata degli alberi costituisce un insieme di interventi che alterano irreversibilmente l’architettura naturale della chioma. Questa tipologia di potatura deve essere iniziata quando l’albero è giovane e deve essere portata avanti per il resto della sua vita.
Di base, ci sono due tipi di potatura in forma obbligata: la prima consiste nella gestione a testa di che determina la formazione di “nocche” rigonfie, la seconda consiste nella tosatura, che consiste nell’allevamento di alberi la cui chioma si presenta come le siepi formali.
Gli interventi hanno luogo spesso ogni anno, motivo per cui è necessario valutare adeguatamente il bilancio tra costi e benefici prima di avviare una gestione di alberi in forma obbligata. Inoltre, non è consigliabile iniziare a gestire un albero in forma obbligata quando esso ha raggiunto la maturità o più tardi, perché essa causerà lesioni estese e uno squilibrio tra l’area fogliare e il sistema radicale.
Assegnare una forma artificiale ad un albero, soprattutto attraverso la gestione a testa di salice, può essere confuso con la capitozzatura.
La differenza principale tra questi interventi è che la potatura in forma obbligata viene iniziata quando l’albero è giovane ed è eseguita con l’obiettivo di costruire una struttura di chioma fissa, artificiale che viene conservata e rinforzata ad ogni intervento di potatura.
L’origine della gestione degli alberi in forma obbligata può essere individuata storicamente nell’uso funzionale degli alberi, ad esempio per la produzione di frutta o legno. Questi tipi di potatura funzionale del passato si sono evoluti in stili di potatura ‘ornamentale’, costituendo forme arboree artificiali che non sono più necessariamente funzionali oggi, ma possiedono comunque un valore estetico.
Dunque, la potatura in forma obbligata differisce dalla capitozzatura poiché la prima viene iniziata quando l’albero è giovane, la frequenza di potatura è generalmente alta e vengono eseguiti piccoli tagli (sotto i 5 cm).
Specifiche nazionali e regionali trovano applicazione in questa attività come stabilito negli allegati nazionali. La capitozzatura di alberi maturi o semi-maturi senza l’obiettivo di stabilire una forma fissa e artificiale per motivi estetici e senza interventi di potatura pianificati e ripetitivi è da considerarsi errata pratica arboricolturale e deve essere sempre evitata.
Per potatura di recupero si intende una tipologia di intervento da realizzarsi esclusivamente a carico di alberi che siano stati interessati da sostanziali alterazioni nelle loro funzioni fisiologiche o meccaniche.
In particolare, gli alberi su cui viene eseguita la potatura di recupero rientrano generalmente nelle seguenti categorie: alberi mal gestiti, alberi ‘dimenticati che soffrono le conseguenze della mancanza di cure necessarie e alberi mutilati.
Gli obiettivi della potatura di recupero riguardano tutti quei casi in cui c’è la possibilità di convertire nel tempo la chioma.
In caso contrario, vanno scelte soluzioni economicamente sostenibili che permettano di assicurare la stabilità degli alberi e l’aspettativa di vita più lunga possibile, tenendo in considerazione i benefici che l’albero eroga. Se i benefici erogati nel sito di radicazione non giustificano il costo della sua gestione, la soluzione ottimale potrebbe essere la sua rimozione con compensazione eseguita mediante un adeguato reimpianto.
Con l’età, in funzione della fase di sviluppo raggiunta, la possibilità di convertire alberi mal gestiti o mutilati mediante uno dei modelli standard di intervento si riduce. Alberi mal gestiti o mutilati possono ospitare al loro interno specie protette (mammiferi, uccelli, insetti, licheni, ecc.).
La loro presenza può rendere necessario modificare gli obiettivi dell’intervento di potatura e ovvero influire sui piani di conservazione o rimozione della pianta.